Tomba dei Giganti di Is Concias. CC BY-SA 3.0 Deed
Tomba dei Giganti di Is Concias. CC BY-SA 3.0 Deed

La carezza del gigante

Una volta, tanti tanti anni fa, ero piccolina, avrò avuto sette otto anni più o meno, ricordo intensamente che andai in gita con la famiglia alla Tomba dei Giganti di Is Concias.

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È una tomba dei giganti che si trova poco lontana dalla 125, relativamente vicino a Cagliari. Un posto molto, molto bello, primordiale. Mangiammo lì, passammo la giornata in compagnia e a un certo punto, come purtroppo succedeva molto spesso, io ebbi una discussione feroce con mia madre, cosa che succede a volte, non soltanto a me.

Fatto sta che un po’ per indole, un po’ per intensità del momento mi capitò di avere questo impulso di prendere e scappare, spostarmi da lì. Noi stavamo mangiando proprio nei pressi della tomba dei giganti ed io, piangendo disperatamente, come può piangere disperatamente una bambina, ho cominciato a camminare in mezzo ai rami, alle foglie, scendendo verso il verde. Io vedevo verde e seguivo il verde. Per una volta, presa da questo momento di libertà, non pensavo a dove stavo andando, non mi importava se mi stavo perdendo, non mi importava dove stavo capitando, stavo sondando cercando il verde e rotolavo giù. Rotolavo giù coi passi ma scendevo giù verso il ruscello perché lì nei pressi c’è un ruscello che scorre tutto l’anno.

Quando arrivai vicino al ruscello trovai davanti a me una grande roccia piatta, proprio in mezzo all'acqua che scorreva, placida, lenta, calma e io ancora piangevo a singhiozzi con quel pianto che sembra non avere fine ché è la voglia di superare un muro che non si vede dove inizia e dove finisce.

Fatto sta che con un passo sono riuscita a salire sulla pietra. Mi sono accovacciata lì, mi sono appallottolata in posizione fetale. Eh, bellissimo il freddo della pietra sotto la pelle, eh in quel momento mentre piangevo disperatamente è successa una cosa che mi ha sconvolta; in positivo però mi ha sconvolta. Tant'è che oggi che ho quasi cinquant'anni ancora la ricordo come se fosse ieri.

Mentre piangevo a singhiozzi, accovacciata su questa pietra, ho sentito la sensazione, come se una mano gigante mi accarezzasse dalla testa ai piedi, una volta sola, lentamente, dalla testa ai piedi.
Ovviamente in quel momento mi sono… mi sono spaventata perché era proprio una sensazione tattile. Non era il vento, non era un velo. Era proprio come se fosse una mano, col calore di una mano che mi avvolgeva. Quindi ho aperto gli occhi, mi sono bloccata, mi son guardata intorno per cercare di capire cosa potesse essere e non c’era niente, se non l'acqua che scorreva lentamente, il vento tra i rami e nessuno, nessuno intorno a me.

Mentre cercavo di capire che cosa fosse successo mi sono accorta che lo spavento di questa cosa che era successa mi aveva completamente portato via il pianto e tutti i motivi che lo avevano generato. Ero improvvisamente calma, serena, in pace col mondo, felice. Ed è stato bellissimo, bellissimo!
Dopo che è successa questa cosa, cercando di capire cosa fosse successo, l’ho visualizzata con una specie di mano di Dio. All'epoca ero molto cattolica e credente, oggi non lo sono più così tanto, però, come se qualcuno, qualcosa mi avesse calmato e portato via tutto ciò che mi stava facendo male in quel momento. È stato bellissimo. Lo ricordo con emozione.  Grazie.

 

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