Era una domenica mattina…primi di luglio… erano iniziate le mia agognate vacanze da disoccupata, …in città per l’appunto… Mi alzo pimpante come durante l’anno di lavoro non lo sono mai stata.
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….prendo il caffè sotto casa, soliti amici da bar, solite chiacchere, così prendo coraggio e decido di avviarmi verso la cosiddetta zona industriale della mia città... invece poi mi trovo risucchiata da lei coi suoi tristi capannoni e centri commerciali, una boscaglia di cemento e insegne, di brutture e disordine. Entro da Decathlon.
Avevo un obiettivo: trovare alcune cose necessarie (ciabattine, costume da bagno...) per mia figlia e le sue vacanze estive…
Ah! Erano iniziati i saldi. Ma di saldi manco l’ombra.
Allora penso: vado un po’ da Pittarello, luogo di cose che vanno pressoché tra il kitsch e l’ordinario, scadente pure, ma avranno ciabatte super economiche per il mare, mi dico! E invece vedo file di ciabattine con l’ultimo personaggio alla moda ma scadenti. Hello Kitty, Peppa pig… fino ad arrivare all’ordinario. Insomma si profila un incubo da negozio che ingurgita i clienti.
Cammino, trascino oramai i piedi passivamente …ora nel settore abbigliamento: vago tra le signore entusiaste, guardo, cerco, ma vedo solo paccottiglie sbiadite e senza carattere. Cerco una via d’uscita da questo labirinto, cerco ora io la luce. Trovo la luce, esco respiro l’aria in verità inquinata dalle auto che sfrecciano. Ora delusa e arresa dallo shopping penso… vabbè, prendo altro coraggio… e per una cosa del genere me ne serve tanto ... e … mi avvio verso il cimitero… per mantenere una promessa.
Già nella via che dalla strada principale si ripiega tra chioschetti di fiorai che sanno già di morte, mi trovo sulla porta del camposanto. Lascate ogni speranza voi ch’entrate. Oltrepasso la striscia di fuoco mostrandomi sicura e col passo deciso. Vengo per Lui e se tutto va bene per qualche altro povero cristo. Prendo coraggio e nonostante un’iniziale riluttanza a scarpinare in quel luogo di tenebre ...sotto il sole oramai verso lo zenith, attraverso tutto il camposanto fino ad arrivare alla direzione miracolosamente ancora aperta.
Fresca moderna quasi accogliente tutto sembrava ultramoderno e tecnologico, un reception di un hotel, di un aeroporto, tranne che la direzione di un cimitero. Il design, la pulizia splendente, il profuma-ambiente , l’aria condizionata.
Dietro il bancone mi appare una signorina giovane e di bella presenza che subito mi dà la mappa ricostruita al computer. Insomma il personale perfetto, gentile e competente in uno sfondo quasi surreale.
Mi avventuro incoraggiata dalla signorina e inizio per la terza volta la ricerca del defunto: invece è iniziato un altro incubo… sotto il sole sempre più cocente.
Portavo in braccio un girasole, inizialmente carico di speranza e tenacia, e… Amore per la vita, mi incammino cercando l'ombra fugace, tra i cipressi che dritti verso il cielo erano l’unico miraggio di vita fra pezzi di pietra conficcati nel terreno e tristi agglomerati di cemento.
Giro e rigiro come una dannata nell'inferno, iniziavo a liquefarmi, file di facce di povere anime morte, alcune fresche di altre di lontane generazioni di cui rimane solo la foto sbiadita...
… e niente, nessuna la traccia li Lui, neanche nel luogo indicato nella mappa!
Trovo due disperati... all’incirca quarantenni… alterati dal dolore per il defunto e dall'alcol, ma poveretti gli faccio e mi fanno pena, sono di buon cuore.
Mi vogliono dare una mano. Insomma inizia il gioco a chi trova prima il morto! Rifacciamo solite file, soliti loculi, soliti visi lontani e smunti. Niente. Lui non appare. Ma che fa si nasconde? Mi prende in giro? Veramente! Ho pensato anche questo. Eh caspita mi son quasi sentita presa in giro da lui, la persona che volevo salutare almeno per una volta lì in quel posto squallido.
Inizio a sbuffare, mi manca quasi il respiro, barcollo, ho la testa bollente, mi faccio ombra con le mani, col girasole stralcio di vita anche lui sofferente. Mi sento quasi in colpa, arrabbiata, con la mia testardaggine, ma ora anche con lui, il morto! Tutto quell’aspetto cerimoniale di divinazione inizia a sfaldarsi, a crollare.
Mi arrendo. Non ce la facevo più. Allora altra brillante idea mi balena per la testa per dare un senso alla ricerca disperata, vado con girasole sempre più sofferente verso il camposanto dei sottoterra, dei poveri...
cerco Tore... detto Manicomio, ...non certo morto da beato... ma da dannato e disperato!
Anche lì una sfida a scacchi senza soluzione… se non un codice e cippi conficcati nella terra secca… spesso senza nome senza neanche uno sputo di dignità di affetto...
Sembrava dovessi risolvere ora un problemino di logica, facente parte anche lui di tutto un gioco organizzato... da chi? Da lui, dallo spiritello vendicativo forse?
Arresa poggio il povero girasole davanti a una lapide tristissima senza arte né parte, nessun nome …nessuna foto ...di nessuno.
Esausta giro le spalle e mi incammino un po' incazzata pure, verso l'uscita. Mai più! Torno tra i vivi, prima di cadere a terra, nella terra, ancora non è il mio tempo.
Appena uscita dal cancello nero come la pece… ho avuto come un’apparizione… Trovo una mia cara amica e parente, con i suoi capelli biondi e la sua pelle rosea… con la bella macchinetta di una sua amica…mi soccorre…mi salva. Torno alla mia vita sempre più abitudinaria e di quartiere, ma quantomeno viva !
Chiara
Registrato in solitaria a Sassari - Aprile 2025